Hanno scritto di lei:
(Roberto Antolini, Boezio Balestrelli, Antonietta Benagiano, Franco Campeggiani, Ramon Casalé, Barbara Cella, Simone Fappanni, Cinzia Folcarelli, Anna Maria Giugni, Gianluigi Guarnieri, Massimo Locci, Susanna Misiano, Gianluca Murasecchi, Aldo Onorati, Maria Teresa Palitta, Alfredo Pasolino, Sofia Pettinelli, Mirella Ruggeri, Mario Teleri Biason, Cyta Vacanti, Daniela Vaccher)


Mario Teleri Biason
Cara Beatrice
Ti scrivo questa mia lettera da una stella in cui pochi eletti vivono... ... ...
Molti leggendo questa mia lettera diranno: Oh quante storie per una stampa! ... ... ...
Tu invece cara Beatrice non scrivi lettere ma per meglio rispondere a loro da molti anni continui a mettere al mondo figli-fogli. ... ... ...
Le tue sensazioni si muovono nello spazio della matrice in maniera diversa. ... ... ...
Ma il tuo rapporto, cara Beatrice, non è¨ solo con le lastre metalliche. Hai voluto e saputo utilizzare altri materiali per le tue opere d'arte. Riprendendo l'antica tecnica della xilografia utilizzi il legno per donarci delle stampe bellissime. ... ... ...
leggi l'intero testo critico


Daniela Vaccher - Presidente Associazione “Il Tempo Ritrovato” - Critico d'arte - (Motivazione del Premio Mnemosine)
Beatrice è l'artista donna che nel suo percorso creativo non ha mai tradito la femminilità  e l'amore per l'arte. È l'artista in punta di piedi, che si muove leggera affrontando le sfide delle varie espressioni artistiche.
Le sue opere trasmettono un senso di armonia, un sentimento istintivo ed innato di rispetto per la natura, fonte continua d'ispirazione. Restiamo stupiti della forza della sua creatività, di fronte alle sculture che sembrano non uscire dalle sue mani e dal suo sudore, ma come per incanto osserviamo la materia prendere forma in morbide e sinuose linee.
È la forza di colei che sa imporsi con equilibrio, con un linguaggio autentico e ricco di sfumature, e che sa distinguersi attraverso una battaglia combattuta con armi non gridate, ma con la consapevolezza di quelle unicità  che appartengono solo ad una donna.

Barbara Cella
Il segno è componente fondamentale e imprescindibile dell'essere artista per Beatrice Palazzetti, pittrice, scultrice, illustratrice e anche poetessa che, con queste righe di introduzione ci trasmette il sentimento quasi struggente che la lega al suo lavoro.
Perché, se nella pittura rivela una ricerca informale che la porta a trasferire la sua lirica in forme fluide, quasi metafisiche dove il colore è lieve, sfumato, aereo come la sua poesia, è nell'incisione che trova la sua maggior forza evocativa: nel gesto della mano che muove l'attrezzo, sia esso la sgorbia o il bulino, viene trasferita tutta la tensione dell'anima; nell'attenzione e nella cura a trattare una superficie viva come il legno viene fuori tutta l'abilità della scultrice, quale fosse un mastro artigiano.
leggi l'intero testo critico


Aldo Onorati
Si tratta di alchimie metafisiche. Una lievità  di toni, di misure prospettiche, di atmosfere oniriche, informa i quadri di questa delicatissima pittrice, a cui non manca però la forza della provocazione. Una provocazione silenziosa, timida, sussurrata, che tradisce la contenuta espressività: una poetica del detto e del non detto, una soffusa aria d'amore per le chiarità celesti, vale a dire le trasparenze dei cieli, ove gli oggetti sono e non sono, si condensano e svaniscono in filamenti tentacolari, emblematici, che hanno valore lirico e anche gnoseologico, come di raccordo delle idee inespresse, del dettato artistico incompiuto e morbido.
leggi l'intero testo critico


Susanna Misiano
Nell'essenzialità  del racconto fatto per “segni&rdquo, l'artista configura un diario dove è svelata una segretezza, un'intimità  racchiusa nelle pieghe e nelle tracce scavate sulla superficie. È come se si susseguissero nei fogli raffinate annotazioni sorte dai ricordi, dall'esperienza quotidiana ma anche da una cultura artistica che richiama da un lato un surrealismo di valenza cosmica, lontana però dall'automatismo psichico e dall'altro un linguaggio astratto che privilegia la continua iterazione del cerchio, la forma perfetta per eccellenza, simbolo dell'universalità spirituale.
leggi l'intero testo critico

Simone Fappanni
Sono emozioni profonde quelle che animano la pittura di Beatrice Palazzetti. Filamenti di colore e di luce che si spandono nello spazio, reso quasi essenza. In questa atmosfera astratto-surreale che a prima vista sembrerebbe persino impalpabile, e che invece palesa presto la propria consistenza, le tinte paiono muoversi dolcemente, danzando in un non-tempo che diventa, poco a poco, il tempo sospeso in cui l'osservatore osserva e medita a lungo sulla melodia che sembra liricamente emanare quest'arte così originale. In questo modo, con grande originalità  e autentica vocazione poetica, Beatrice Palazzetti ci introduce nel suo modus operandi artistico, capace di coinvolgere per intensità  meta-rappresentativa e per quel senso di armonico equilibrio che la permea nel profondo.

Maria Teresa Palitta
Nella Palazzetti l'arte è fattore genetico. Geniale nelle xilografie, ella adotta una formula propria; il tessuto cosmico o planetario, la simmetria e le forme dinamiche, le trame, le strutture e i viaggi verso la luce, formano un insieme mirabile, scavato sul materico e posto in risalto con innata bravura. Questo genere d'arte, nella sua profondità è¨ chiave d'universo: apre i segreti della conoscenza e ne diffonde i valori. Non sottovaluta nulla: esplora e compone l'indissolubile accordo, tra colore e forma, ne traduce il significato, con raffinatezze estreme, impreziosendo la cellula e traducendola in sole o goccia di nettare.
leggi l'intero testo critico

Ramon Casalé
Le diverse forme - per nominarle in qualche modo - che compaiono nelle sue composizioni, avanzano lentamente nello spazio in piena libertà. Se ci lasciamo portare dalla nostra immaginazione, le forme possono rappresentare tanto esseri viventi, visti attraverso il microscopio, cioè mostrandone il mondo interiore, quanto elementi surreali e magici che si avvicinano a diversi aspetti in relazione alla musica e la poesia – ritmo, melodia, silenzio.
leggi l'intero testo critico

Mirella Ruggeri
Totalmente investite dalla luce, le opere della Palazzetti diventano astrazione; i delicatissimi colori, simbolo di profonda sensibilità  di donna e di artista si espandono sulle tele di grande formato ed i soggetti delineati con tratto sottile e preciso vivono come riflessi della realtà oggettuale. I suoi quadri spiccano per il gusto compositivo e per il buon livello tecnico e sono unici nel loro genere, geometrico ma non rigido.
leggi l'intero testo critico

Cyta Vacanti
Una pittura che nasce da una esigenza estetica ed emozionale che rifiuta qualsiasi modulo figurativo, tesa soltanto a procedere sul filo dell'invenzione, che si sposa gradevolmente con una serenità accattivante, sostenuta dalla consapevolezza che ogni cosa vibra e vive nel contesto di un suo ritmo particolare.
leggi l'intero testo critico

Boezio Balestrelli
Beatrice Palazzetti non è allineata con i gusti pittorici commerciali, ma si esprime in chiave di educatrice d'arte moderna, così da offrire a chi guarda le sensazioni che lui stesso è in grado di cogliere. Infatti, attraverso un saggio equilibrio, ha raggiunto una libertà  espressiva che permea dalle sue tele con raffinata intelligenza e pone l'osservatore in uno stato d'animo di libertà e fantasia che pochi riescono a suscitare.
leggi l'intero testo critico

(torna indietro)