In arte l'estetica è fondamentale. Da questo principio la pittrice fa emergere il filo con il quale tesse la lode, magico pentagramma, o diamante d'equilibri, che riflette i volumi (impliciti nella Creazione) per uniformarli a esigenze stilistiche. Ed ecco il poema, etereo, impalpabile, in chiave surreale, con densità azzurrine, rosate e smeraldo, a effetto di memorie, volatili e vele, sulla marea, rituale d'emozioni. Tutto si dispiega, in triangoli-luce, aquiloni e globi, sospesi all'infinito, come cellule vive delle quali pare ella debba sostenere il canto segreto o la danza, nel paesaggio onirico, nella densità cromatica, la cui trasparenza allude alle facoltà dell'anima, che si frappongono - tra immanenza e trascendenza - e procurano il cardine su cui il pensiero effettua il programma, incantevole, nell'unicità stilistica.
Allora tutto evolve nella mirabile metamorfosi che fa di un sogno un progetto, e lo affina, lo riduce, lo dilata - a seconda dell'opera - lo distende, come corpo al sole, e fa si che tutto si compenetri con il Tutto, in modo che divenga danza di cromìe, ala che si libra, a effetto luminoso, con nastri e soli, in un planetario indefinibile, che racchiuda il vibrato dei secoli e lo tramandi, in mille convergenze, come legami interni, che spezzino l'assurdo e dilatino l'ingegno. Beatrice Palazzetti espone la propria anima, dalla quale esplode la radice e si fa largo sublimando l'opera.
Le armi segrete ed evolutive non feriscono il racconto: ella, narrando la consuetudine, la fa assurgere a elemento trionfante, sia che dipinga verghe metalliche o foglie misteriose, allungate e predisposte, in segno d'amore, per quella vastità che le contiene e le dispiega, come sentinelle all'alba.
Dall'impulso creativo emerge il suolo, con i suoi segreti, e mostra il reale per essenza: i germogli, la flora e i frammenti geometrici, compongono un mosaico, originale e ricco di tenerezze. Nella Palazzetti l'arte è fattore genetico. Geniale nelle xilografie, ella adotta una formula propria; il tessuto cosmico o planetario, la simmetria e le forme dinamiche, le trame, le strutture e i viaggi verso la luce, formano un insieme mirabile, scavato sul materico e posto in risalto con innata bravura. Questo genere d'arte, nella sua profondità è chiave d'universo: apre i segreti della conoscenza e ne diffonde i valori. Non sottovaluta nulla: esplora e compone l'indissolubile accordo, tra colore e forma, ne traduce il significato, con raffinatezze estreme, impreziosendo la cellula e traducendola in sole o goccia di nettare.
È il metodo della Palazzetti, il cui fervore è messaggio ed estasi, compimento e lode, intimo richiamo, che estingue l'assillo perché tutto esploda in mirabile sostegno.
La dimensione prende corpo, si libra: i piani d'appoggio svaniscono e le trasparenze (rito inconfondibile) plasmano il miracolo d'amore, unitamente all'ordine da cui le figure emergono, in rapidità dinamica e trascendente. Allora, i profili dell'anima (la cui potenza è vita) si stagliano, e le sequenze e i quadri si imprimono nella memoria, come onde sonore, poiché da essa sorgono e in noi si riflettono, prodigi di un accordo.
Maria Teresa Palitta
Giornalista e Critica d'arte

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